Le religioni si occupano delle relazioni che debbono avere gli uomini con Dio per raggiungere la felicità eterna dopo la morte. La Massoneria, invece, ricerca i mezzi che possono permettere ad ogni essere umano di conseguire il maggior benessere morale e materiale durante la vita terrena. Essa crede in un principio unico ed immanente, al quale tutto si deve e nel quale tutto si trova, non secondo un ordine teologico, dogmatico, cioè con fini prestabiliti, ma per evoluzione dello stesso principio, si chiami esso materia, forza, spirito, idea, Dio secondo le diverse tendenze ed opinioni.
Per la Massoneria questo principio universale significa evoluzione, progresso continuo e inarrestabile, legge di luce e di verità, di amore; e in omaggio alla libertà di pensiero e di coscienza si compendia e si completa nella formula convenzionale di Agdgadu: alla gloria del Grande architetto dell’Universo. È il principio che illumina tutti gli intelletti virtuosi che lottano per la emancipazione e per la giustizia, fra le tenebre della schiavitù e della superstizione ed unisce tutti gli uomini che vogliono governare il mondo per iniziarlo all’esatta comprensione della vita. La Massoneria non ha mai detto agli uomini: la libertà che insegno è vuota di divinità. Ha detto: abbiate un Dio, ma che sia Dio di libertà, che sia l’alito animatore dei grandi impulsi e delle sublimi ascensioni. Abbiate una fede divina che respinga ed abbatta la grande menzogna della deità dogmatica e sacerdotale, un senso del divino che allarghi l’orizzonte agli uomini, che accenda gli occhi dei popoli col raggio che accese gli occhi dei nostri Grandi fratelli, di Voltaire, Kipling, Goethe, Victor Hugo e quel grande magnifico fratello che fu Giuseppe Garibaldi. La Massoneria ha compreso, prima di ogni altro nucleo di coscienze moderne, che le società tendono verso ideali sempre più alti di perfezione, di fratellanza e di libertà. Per questo, la Massoneria ha levato alto il vessillo dell’universale diritto al libero pensiero; per questo ha chiamato e chiama a raccolta tutti gli uomini liberamente credenti in un avvenire di elevazione; per questo essa accoglie uomini di ogni fede, basta che in essi non alberghi lo spirito autoritario e d’invadenza delle loro opinioni sulle moltitudini, solo che essi sappiano e mostrino di saper trarre, dalla loro concezione del mondo, l’anelito al divenire progressivo della società umana. Il simbolo che sigilla ogni opera, ogni attività e ogni manifestazione massonica è quello del Grande architetto dell’Universo, e alla gloria del Grande architetto dell’Universo la Massoneria si muove ed opera. Il Grande architetto dell’Universo è il nostro primo simbolo; non è il Dio dei cattolici, non è la divinità pagana orientale, quello del cui nome e della cui gloria s’incorona la Massoneria. È il riconoscimento largo, libero, universale della grandiosa architettura del mondo, la cui divina bellezza e la cui inesplicabile misteriosità restano egualmente, tanto che la pensi creata il deista, come la vede formatasi e sviluppatasi il monista evoluzionista. A me pare quindi che non vi sia altra dottrina che meglio della Massoneria convinca, persuada, insegni e aiuti a evadere dalla triste prigione dei dogmatismi religiosi, a liberare lo spirito oppresso dai suoi pretenziosi custodi e a farlo balzare alto nella luce della ragione e della libertà. L’intento della Massoneria è l’affratellamento di tutti i popoli della terra. È quindi evidente che la dottrina massonica sovrasta tutte le altre dottrine. Le supera nella sua concezione filosofica di considerare come una tappa provvisoria il raggiungimento di qualsiasi verità contingente ed interiore e perciò di non accettarla mai come verità assoluta; le supera nel suo modo di intendere la libertà, l’eguaglianza e la giustizia; le supera per l’universalità assoluta del concetto di fratellanza, accogliendo nel suo seno, senza discriminazione alcuna, tutta l’umanità che si propone di vivere in libertà, di ricercare la verità, di praticare la giustizia e di aspirare all’uguaglianza e di realizzare la fratellanza universale. È un fatto che attorno alla Massoneria sono sempre circolate, e circolano tuttora, una infinità di false notizie. È ancora possibile trovare persone che credono che per essere iniziato, nelle prove da superare, il candidato sia costretto a pugnalare un’ostia per attestare il disprezzo contro la religione cattolica. E bisogna anche sfatare la leggenda di una Massoneria dipinta come un centro di atei, di bestemmiatori e di senza Dio, a null’altro intenti che a distruggere il sentimento religioso e la legge morale. Ernesto Nathan, Gran maestro della Massoneria, nell’aprile del 1991, parlando di ciò diceva testualmente: “Non solo la Massoneria, accogliendo uomini di tutte le fedi, professa il massimo rispetto per il sentimento religioso individuale, ma va oltre. Entrando in una Loggia si vede sovraneggiare una scritta: Agdgadu, non lotta quindi alle religioni, ma indipendenza del nostro perfezionamento interiore dall’osservanza dell’una o di un’altra forma religiosa”. La libertà massonica non ignora che la libertà di ciascuno trova un limite nella libertà degli altri e se queste due libertà sono in contrasto, l’interesse del singolo deve cedere all’interesse della collettività. Essa considera suo dovere lottare contro ogni atto che attenti alla libertà. Il massone Arrigo Rizzini, nel lontano 1906, riaffermò alcuni concetti fondamentali dell’azione della Massoneria: 1) che il fine dell’azione massonica e l’elevamento dell’umanità, col progredire della società nel cammino radioso verso il progresso; 2) che il mezzo dell’azione massonica è il concorde sforzo di tutti gli uomini di libera fede nella lotta contro ogni forza, anche larvata, di reazione e di costrizione; 3) che i limiti dell’azione massonica non sono aprioristicamente definibili, ma contingenti ai particolari momenti storici, così che non possono mai costituire una qualsiasi pregiudiziale. Nonostante questi nostri principi, universalmente conosciuti, non è raro leggere attacchi denigratori alla nostra Istituzione; a questi articolisti desidero dedicare una frase di un grande Massone, nato nella nostra Savona, Pietro Sbarbaro: “I Lessing, i Krause, i Proudhon, quando vollero criticare la Massoneria, incominciarono dallo studiarne profondamente le istoriche vicende e gli ordini attuali, onde le loro critiche riuscirono quanto gravi, quanto rispettose. I quadrupedi invece, o scimmie loquaci, tirano calci e sputano sul viso ad una grande Istituzione, della quale fecero e fanno parte i più virtuosi e gloriosi uomini della terra, senza averne mai letto altro attorno ad essa che le solite invereconde volgarità della stampa clericale”. Come iniziato e come studioso della Massoneria, della quale mi occupo da oltre 62 anni, desidero concludere che la Massoneria non ha un solo padrone, come ripetutamente scrivono i nostri avversari, ma ne ha tre: libertà, fraternità e eguaglianza. E forse ne ha anche un quarto, la tolleranza, che in questo mondo sempre più intollerante può essere anche anacronistico, ma è la base non solo della Massoneria, ma di tutto il libero pensiero. * Gran maestro onorario del Grande Oriente d’Italia
Articolo tratto da: http://www.avanti.it/article.php?art_id=16702
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